giovedì 7 aprile 2016

CSC NARDULLESE - TIGRATI 2 - 3

Partita maschia, come sempre, contro quelli che, da un paio d’anni a questa parte, sono i nemici “di sempre”. La Nardullese scende in campo tesa, nervosa e contratta, non riesce a esprimere il proprio gioco, lasciando troppo campo agli avversari e troppe iniziative. La conseguenza è che il primo tempo si chiude sul 2 a 0 per i Tigrati, con il primo goal che scaturisce da un bello scambio degli avversari al limite dell’area, condito da una mancata marcatura che agevola loro il lavoro. Qualche minuto più tardi, palla scodellata in area, dormita generale, Tigrati che sgambettano qua e là liberamente, e due a zero, palla al centro.
Nel secondo tempo l’orgoglio Blanco obbliga ad e un cambiamento di tattica e di mentalità. Balucio lascia il posto allo Zio, Notarpale si sposta sulla fascia e Nicolò prende possesso del centrocampo. I Blancos compattano e prendono il pallino del gioco, i Tigrati si stringono e contengono gli assalti, senza riuscire a reagire. Su calcio d’angolo arriva un passaggio rasoterra pulito pulito per Nicolò, che prende la mira e lascia partire un sinistro secco che lascia tutti immobili, portiere compreso: due a uno.
La Nardullese ci prende gusto e continua a martellare i Tigrati, che restano arroccati nella propria area. Calcio di punizione di Stefano, la palla ribattuta danza in area e giunge dalle parti di Bole, che chiude gli occhi, prega la Madonna e colpisce forte: due a due.
Ora i Tigrati temono il peggio, anche perché Stefano, al termine di un’azione in solitario sulla sinistra, fallisce il colpo del ko calciando a lato.
L’arbitro chiama due minuti di recupero. Un fallo sulla tre quarti fa tremare le gambe ai Blancos. A battere è il solito numero dieci. Il colpo è secco e violento, la palla rimbalza sulla mischia di uomini e torna sui piedi del goleador Tigrato che, senza pensarci troppo, la colpisce di punta, ruotando il piede in maniera innaturale e dando alla palla una traiettoria tanto fortunosa quanto imprevedibile. A pochi secondi dalla fine, la sfera si infila nell’angolino basso alla destra del portiere, che non può fare altro che guardarla oltrepassare la linea di porta. Triplice fischio finale e recchie calate per noi.
BALL 7,5: impeccabile fra i pali, si tuffa a compiere un paio di miracoli a cui ormai ci ha abituati in altrettante occasioni in cui i Tigrati già urlano al goal. Qualche imprecisione con la palla fra i piedi fa tremare i tifosi Blancos. Non può nulla sui goal;
BALUCIO 5: non è la sua migliore prestazione. Complice anche un centrocampo un po’ assente in fase difensiva, fatica molto a mantenere la marcatura. Un po’ carente a fiato, manca nell’accorciare e far salire la squadra e nel guidare la difesa e le marcature in genere;
LO ZIO 6: entra concentrato nel secondo tempo. Ordinato e puntuale, con la squadra che ha preso a girare, ha più che altro compiti coordinativi, infilando un anticipo qua e una rimessa là;
MARESCIALLO 7,5: grande partita, la sua. Marcatura inossidabile e infallibile, anticipa tutto e tutti, non lo supererebbe neanche Flash col pepe al culo. Ottimo anche in fase di impostazione di gioco;
BOLE 7: gestito e autogestito alla perfezione. Entra nei momenti cruciali e aggiunge quel po’ di gamba di cui la manovra Blancos ha bisogno. Corre, punge, copre, marca e segna un gran goal. Prestazione da incorniciare;
DARIO 6: nella mediocrità generale del primo tempo, è l’unico da cui parte qualche spunto interessante. Un paio di tiri dalla distanza fanno venire la pelle d’oca e la corsa avanti e indietro sulla fascia sono una costante, anche se questo lo portano a perdere la marcatura in un paio di occasioni. Contrariamente al resto della squadra, nel secondo tempo scende un po’ di qualità e non riesce ad incidere;
NOTARPALE 6: nel primo tempo lo si vede poco e, quando prende palla, non riesce a costruire niente di accettabile. Nel secondo, il suo spostamento sulla fascia concorre a cambiare volto alla partita. Entra con maggiore convinzione e intelligenza calcistica e copre la fascia con regolare efficienza, sia in attacco che in fase di copertura. Arrotondiamo la media voto con un mezzo voto in eccesso, per la maturità con cui non si lascia provocare dai biechi attacchi avversari, lasciandoli cuocere nel loro stesso brodo;
ACCETTURA 6,5: finalmente si inizia a rivedere quel governatore del centrocampo che chi lo ha avuto contro, come lo scrivente, temeva e ricorda. Entra nel secondo tempo con personalità, prendendo in mano la regia dei Blancos. Tocca tanti palloni con eleganza, offrendoli generoso ai propri compagni e nello stesso tempo sacrificandosi nella corsa e nel contatto fisico con gli avversari. Ancora un po’ lento e macchinoso nei movimenti, compensa pienamente con un dito nell’orecchio del Tigrato e con un goal di tutto rispetto che riapre la partita. La strada è lunga, ma la via presa è sicuramente quella giusto;
ANGIOLETTO 6: cuore e polmoni ufficiali della squadra, come al solito viene impiegato dove è necessario. In una partita particolarmente tecnica, tuttavia, non riesce ad incidere più di tanto nella fase offensiva e così butta l’anima in quella difensiva. Dalla parte sua non si passa, a costo di andare giù;
CACIO 5,5: in fase di ripresa dopo lo stop, si gestisce come meglio non può fare, facendo dentro e fuori dal campo. Gli manca ancora la corsa, così se in fase di pressing risulta tignoso e coriaceo, in fase di copertura ha ancora bisogno di mettere aria nei polmoni. Siamo in attesa di qualche goal sblocca-partita dei suoi;
BASTE’ 6,5: corsa, cuore e fisico. Si danna a rincorrere pallone e avversari ma, come già si è ampiamente detto, non è la migliore partita dei Blancos, e il fatto che lui non vada a rete la dice lunga. Sue sono le occasioni personali più limpide, come il palo del primo tempo, la sgambettata sulla fascia sinistra del secondo e il calcio di punizione da cui scaturisce il goal del pareggio.
Insomma, ragazzi, il riassunto finale è che dovremmo mangiarci le mani, perchè, come troppo spesso accade, non abbiamo disputato una partita per intero. Avremmo potuto vincere, certo, ma solo se avessimo giocato anche il primo tempo. Invece, vuoi la tensione, vuoi il timore per gli avversari, vuoi nervosismi vari, abbiamo dato soltanto il 50% di quello che avremmo potuto e dovuto dare. Per questo, a mio personalissimo parere (e me lo concedo perché tocca a me, oggi, fare le pagelle), il terzo tempo della birra e delle feste varie deve essere e sarà sempre una festa, ma quando pensiamo alla partita, piuttosto che crogiolarci al pensiero di un grandissimo secondo tempo, recitiamo un mea culpa rimandando la mente al primo e lasciamo che bruci il pensiero che avremmo potuto portare a casa tre punti e invece torniamo con le tasche piene soltanto degli sfottò dei Tigrati. Che sia per noi uno stimolo.

pagelle di Norberto

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